Parrocchia N.S. de La Salette

OLBIA

CARITAS Parrocchiale

LITURGIA DEL GIORNO

OMELIA DI MONS. TONINO CABIZZOSU

FESTA DI N.S. DE LA SALETTE

19 SETTEMBRE 2025

 

I -  Introduzione

1) L’uomo d’oggi, apparentemente sazio di tutto, sente insopprimibile il bisogno d’infinito.

2) Maria di Nazareth e i santi sono coloro che hanno vissuto in maniera esemplare i più alti valori dello spirito e, di conseguenza, possono essere modelli per coloro che hanno sete d’infinito e cercano Dio. 

3) La spiritualità cristiana ha alla base l’imitazione di un modello: Gesù Cristo. Unica la fonte, molteplice la sua riproduzione. L’apostolo Paolo scrive: “Vi sono diversità di carismi, ma uno è lo spirito”.

4) Il cristianesimo non è una filosofia morale avulsa dalla realtà, astrusa, teorica. La santità è un’utopia realizzata poiché, come si legge nella “Lettera a Diogneto” del secondo secolo:

“(I cristiani) abitano ciascuno la loro patria,  ma come forestieri; partecipano a tutte le attività di buoni cittadini e accettano tutti gli oneri come ospiti di passaggio. Ogni terra straniera è patria per loro, mentre ogni patria è terra straniera... Vivono nella carne, ma non secondo la carne. Trascorrono la loro vita sulla terra, ma la loro cittadinanza è quella del cielo... In una parola i cristiani sono nel mondo quello che è l’anima nel corpo”.

5) In questo pensiero della “Lettera a Diogneto” troviamo, in sintesi, la teologia cattolica sulla santità, che è una partecipazione alla santità di Dio, il quale è il totalmente “Altro”, il Trascendente. La santità è una partecipazione alla vita di Dio, dono dell’amore di Dio e frutto dello sforzo umano e risposta dell’uomo all’iniziativa di Dio.

II - La Parola di Dio

6) Il cuore del messaggio delle apparizioni di “La Salette”, cui questa comunità ecclesiale è consacrata, è il tema della RICONCILIAZIONE: Maria Vergine Madre di Riconciliazione.

7) Questo tema trova il suo fondamento nella Sacra Scrittura: nella seconda lettera di San Paolo ai Corinzi, in appena cinque versetti, il concetto viene citato cinque volte: “Dio ci ha riconciliati con sé mediante Cristo ed ha affidato a noi il mistero della riconciliazione” (v. 18).

8) Paolo, per invitare i fedeli a “lasciarsi riconciliare con Dio”, presenta il tema della sostituzione: Dio “trattò il Cristo da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio”. La riconciliazione con Dio dei Giudei da un lato e dei pagani dall’altro promuove nei singoli “una nuova creatura” (“le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove”) e nella collettività un “nuovo popolo”, un tempo separato: “non c’è più giudeo né greco”.

9) la riconciliazione interiore si manifesta in duplice modo: una coscienza personale rinnovata, libera, pura e una comunità che diventa il nuovo popolo che si costruisce sul fondamento dell’insegnamento di Cristo nella situazione contingento, storica in cui vive.

10) Il brano del Vangelo di Giovanni presenta tre donne ai piedi della Croce e un discepolo che Gesù ama con il mandato supremo prima di morire: “Donna, ecco il tuo figlio!”, e al discepolo “Ecco la tua madre!”.

11) è un brano di notevole importanza perché prospetta una duplice dimensione nella vita della Chiesa: la maternità della Madre e la figliolanza del discepolo. Maria ha sempre seguito, con intelligente silenzio e cooperazione, i trentatre anni della vita di Cristo, ma ora la sua missione raggiunge il culmine in quanto viene indicata dal Cristo morente come Madre universale, di tutti.

 

12) In embrione in questo brano c’è il futuro della Chiesa che si costruirà intorno a questi due pilastri: una madre addolorata, nei cui cuore albergano tutti le sofferenze dell’umanità, e un figlio, Giovanni, che l’accoglie nella sua casa per continuare l’esperienza del Cenacolo. Maria diventa allora il cuore pulsante della vita della nascente comunità: Lei ricorderà ai discepoli le Parole di Suo Figlio, sarà il centro di unità e comunione fra esperienze e sensibilità diverse. Maria in questo ruolo silenzioso, discreto, umile, raffinato contribuirà in modo essenziale alla costruzione e diffusione della Chiesa.

 

13) Questo è il suo ruolo mentre è in vita, fino alla sua assunzione in cielo; questo in modo speciale è la sua missione nel tempo e nella storia della Chiesa: madre, sorella, figlia degli apostoli, dei martiri, dei Padri della Chiesa, e di tutti coloro che, nel corso dei secoli, avrebbero svolto un ruolo di responsabilità per l’espansione del Regno di Dio nel mondo. Maria la prima apostola, la prima missionaria, l’alito dello Spirito per sostenere i discepoli di Cristo nei marasmi della storia, nei secoli bui e violenti.

 

14) I Padri della Chiesa la chiamano “via di riconciliazione”, “madre di riconciliazione”. Per questo i fedeli ricorrono fiduciosi all’intercessione di Maria per ottenere “la grazia della riconciliazione”, “la riconciliazione dei peccatori”, termine e concetto caro soprattutto ai Missionari di Nostra Signora de la Salette.

 

15) Questo ruolo Ella lo svolse ovunque, sempre, in ogni angolo del mondo, anche nella storia religiosa della nostra Isola. Una delle caratteristiche più singolari della religiosità del popolo sardo è data dalla sua sensibilità mariana. Nella storia bimillenaria della Chiesa isolana il culto verso la Gran Madre di Dio offre uno dei capitoli più affascinanti della spiritualità delle genti sarde. Non esiste, infatti, comunità che non abbia un santuario, un edificio, un’edicola a lei dedicata: nelle zone marine, collinari, montane, nei paesi periferici come nelle città. Molto acutamente il pontefice Benedetto XVI, pellegrino al santuario di Bonaria, il 7 settembre 2008, asserì: “Il cristianesimo in Sardegna è arrivato non con le spade dei conquistatori o per imposizione straniera, ma è germogliato dal sangue dei martiri che qui hanno donato la loro vita come atto di amore verso Dio e verso gli uomini… La vostra Isola, cari amici della Sardegna, non poteva avere altra protettrice che la Madonna. Lei è: Mama, Fiza, Isposa de su Segnore”, come amate cantare. A Maria in Sardegna sono dedicate ben 350 chiese e santuari”. Il pontefice concludeva: “Un popolo di madri si rispecchia nell’umile ragazza di Nazareth, che, col suo “sì”, ha permesso al Verbo di diventare carne”.

 

 

III – La storia

16) In questo contesto è da collocare il bel titolo cui è dedicata la comunità ecclesiale di “N. S. de La Salette”, devozione che si diffuse rapidamente nel mondo dopo le apparizioni ai due fanciulli Maximin Giraud di 11 anni e Melanie Calvat-Matthieu di 14 anni il 19 settembre 1846. In quell’occasione la Bianca Signora disse che “tanto gravi erano i peccati degli uomini da non potere più trattenere il braccio di Suo Figlio, col rischio che Egli li abbandoni”.

 

17) Affidava loro un quadruplice messaggio:

  • santificazione della festa;
  • rifiuto della bestemmia;
  • recita quotidiana delle preghiere;
  • rispetto del digiuno quaresimale.

La diffusione di questo messaggio fu, nei decenni successivi, travagliato, ma la Chiesa lo riconobbe autentico.

 

18) L’immagine patetica di Maria, seduta, affranta sotto il peso dei nostri peccati, indica il bisogno, l’urgenza della redenzione, della riconciliazione con Dio. Nelle manifestazioni della religiosità delle genti sarde, il popolo si commuoveva pensando a questa Madre afflitta e piangente:

Il poeta Bonaventura Licheri, nel secolo XVIII, così traduceva quest’immagine:

No mi nedas beneitta intro ‘ e sas feminas ,
trista, dolente e afflitta,
a chie apo dadu sa titta
bido in mortales orrores.
No mi giamedas Maria, si non mama de dolore

19) È un messaggio potente: una Madre mediatrice di grazia per il popolo intero: il quale, alieno da considerazioni teologiche astruse, recepì subito il messaggio e accorse numeroso a La Salette, dove avvenivano fatti prodigiosi in gran numero e conversioni di persone lontane dalla Chiesa, tanto che qualcuno ha definito N. S. de La Salette “Nostra Signora dei convertiti”.

 L’idea riparatrice, cuore del messaggio de La Salette, ha segnato la pietà del XIX secolo, con pratiche varie e numerose.

IV – Attualizzazione

20)  Come nel passato, così ora, può segnare la nostra vita.

  • Maria è sempre presente nelle nostre assemblee: oggi, però, lei è l’occasione del nostro convenire in unum. La sua presenza, come nel Cenacolo, è discreta e forte allo stesso tempo e ci ricorda: “Fate quello che Lui vi dirà”. La devozione a Maria non è mai fine a se stessa, ma è trasparente, rimanda sempre a Cristo.
  • Maria è un modello: tutti come Lei siamo chiamati ad essere “santi ed immacolati”.

Guardandoci intorno parrebbe un’utopia: violenza, immoralità, corruzione. Il male per sua natura fa molto rumore. Il bene, l’amore, il servizio disinteressato ai poveri sono silenziosi ma reali. Grano e zizzania coesistono.

  • Un fascio di luce e di santità attraversa la storia della Chiesa e dell’umanità.
  • La santità cristiana non è una santità di separazione, ma di amore. Maria è la prima discepola, la prima santa, modello di santità perenne:
    • Invece di concepire sentimenti di orgoglio si presenta: serva, umile, generosa, gioiosa.
    • Modello di attesa
    • Modello nella vita.

 

  • Prefazio: “Tu hai dato alla Vergine Maria un cuore pieno di misericordia verso i peccatori, i quali in lei:
  1. trovano rifugio,
  2. combattono il male
  3. e sono attratti ad osservare i comandamenti del tuo Figlio.